Autore: Manuel Saraca
Area tematica: Società - Codice dell'autore: CAMA1
Sopravvivere
inviato il: 27/01/2008
Al giorno d’oggi, in una società in continua evoluzione verso il meglio o verso il peggio, siamo tutti costretti a tirare fuori le unghie e a dover lottare per continuare a vivere. Nessuno di noi lo ha scelto, ci siamo ritrovati questa imposizione quando abbiamo capito di essere uomini. Con tutti i pregi e difetti del caso.

È necessario sopravvivere al dolore, alle disgrazie, alle malattie. Ogni volta che qualcuno, continuamente, ci ricorda di che tipo di carne siamo fatti, dobbiamo per forza tirarci su le maniche e spingere. Spingere la nostra vita in avanti, trascinarla oltre i confini che ci vengono puntualmente innalzati.

In questa domenica di storia, non posso non pensare a quanti muri, fatti di veri mattoni, hanno assistito inermi alla morte di milioni di persone. Gente considerata diversa, trattata come rifiuti… ma pur sempre uomini. Capaci di sopravvivere anche all’interno di una giostra mortale senza sosta. In un nucleo chiuso come quello dei campi di concentramento, si continuava a fare figli, si continuava a ridere (…), si continuava a sperare, si continuava a lottare. E in quelle città della morte si continuava anche a scrivere musica. Venerdì ho letto sul giornale che recentemente sono state ritrovate partiture musicali scritte su pezzi di carta volanti, su brandelli di stoffa delle casacche carcerarie che si indossavano nei campi, perfino scolpite sulle assi di legno delle cucce in cui si dormiva. Sono rimasto impressionato e colpito. Ma come potevo dubitarne, in fondo? Come potevo pensare che la Musica non riuscisse a sopravvivere anche nei campi di sterminio? Tutte quelle sopra mensionate, il sorriso, la speranza, la musica… sono le uniche armi, forse, che l’uomo ha per andare avanti. Sono innate, nessuno può toglierle a nessuno.

Però ne esiste un’altra, che io credo sia una delle più forti: la memoria. Allora voglio invitare tutti, almeno in questa giornata, a “lottare” per quegli uomini fucilati, bruciati, soffocati: spingiamo ancora un po’ più avanti la vita facendo sopravvivere i ricordi.



Manuel Saraca

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